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LA SAGGEZZA DELL’ORIENTE – PERCORSI DI CONSEPEVOLEZZA PER UN NUOVO OCCIDENTE
9 Ottobre 2010 @ 8:00 - 10 Ottobre 2010 @ 17:00
9-10 Ottobre 2010 presso il Convitto di S. Apollinia – Firenze
A cura di Elena Corna
Oriente e Occidente. Si incontreranno lo Zen, la cultura cinese, quella indiana, quella sufi e quella occidentale. Si incontreranno ora come si sono incontrate già nel lontano passato, perché molte sono state, nei secoli, le contaminazioni fra culture diverse, che hanno influenzato la filosofia, la medicina, la scienza ma anche il sentire dei popoli. I gruppi umani migrano e migrano anche le conoscenze, a volte scavalcando i secoli (basti pensare, per fare un esempio noto a tutti, agli scritti dei filosofi greci che erano ignoti agli studiosi del medioevo e che sono arrivati in Italia nel Rinascimento dal Medio Oriente, dove erano stati preservati e tradotti dai filosofi arabi).
Conoscenze diverse ma anche vie diverse per acquisirle: oltre a quella analitico/scientifica, c’è la via della meditazione, del movimento fisico consapevole, del paradosso, dell’ascolto… Il convegno si propone lo scopo di mettere in luce la possibilità di integrarle in un quadro armonico. I titoli di molti interventi suggeriscono infatti delle interconnessioni: conoscenze moderne e conoscenze tradizionali ( Morandi); vecchie certezze e nuove verità (Lomuscio); Oriente e Occidente ( Bottaccioli, Cheli, Sassone ). E’ evidente che non si tratta di cercare le interconnessioni ma solo di riscoprirle, di prenderne atto… semplicemente perché l’universo è un Tutto interconnesso. “Così in alto come in basso per la meraviglia della Cosa Unica”, diceva Ermete Trismegisto.
Gioverebbe, all’Occidente (un “nuovo” Occidente), acquisire maggiore consapevolezza di questo a livello globale? Gioverebbe, al nuovo Occidente, accogliere conoscenze e suggestioni di altri luoghi e tempi? Gioverebbe al singolo occidentale? E’ spontaneo propendere per una risposta affermativa: se il benessere è armonia, se l’armonia è unità e non frattura, allora orientarsi verso una visione di unità non può che portare a un maggior benessere. E può essere un potente antidoto nell’ Occidente odierno che minuziosamente separa: separa spazi, saperi e ruoli.